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L'Economia del Corriere della Sera - EQUITA, una rete per le aziende

«Siamo una partnership di manager-imprenditori che vuole spingere l'economia tricolore», spiega il CEO Andrea Vismara I casi da Dolomiti Energia a Wiit, da Tamburi a MAIRE e Carraro
L'Economia   Rinaldi (ottobre 2025)
L'Economia   Rinaldi (ottobre 2025)

L'ultima storia imprenditoriale italiana vede protagonista Dolomiti Energia, multiutility trentina, che dopo aver consolidato la presenza nelle rinnovabili rilevando Hydro Dolomiti ha collocato un bond che la proietta sul mercato degli investitori istituzionali.

Un bel case history orchestrato in gran parte da un nome che della versatilità in finanza ne ha fatto il suo sestante. Stiamo parlando di EQUITA, banca d'affari italiana quotata, che affonda le sue radici in quell'Euromobiliare fondata dal banchiere filosofo Guido Roberto Vitale nel 1973 e che oggi - dopo una parentesi di controllo con Credem e una con JC Flowers - ha traguardato i 50 anni di attività nelle redini di Andrea Vismara. EQUITA ha cambiato pelle, la storia a tutto tondo di Dolomiti Energia è solo l'ultima dimostrazione.

Addio ai soci illustri di Euromobiliare, come Carlo De Benedetti, la Fininvest di Silvio Berlusconi e il gruppo Ferruzzi: oggi il gruppo per il 42% è saldamente in mano a manager e dipendenti, con dinasty e imprenditori italiani al 14%, il resto sul mercato, con il 4% detenuto da Fenera Holding, family office piemontese. E con investitori che guardano sempre più all'Europa e all'Italia, EQUITA si può rivelare d'aiuto nell'economia tricolore. I dati lo confermano: nei nove mesi, la società è quinta per valore di operazioni di M&A.

«EQUITA è un partner di sistema, che affianca imprenditori, società, istituzioni e investitori nelle decisioni strategiche - afferma il ceo Andrea Vismara -. Con più di mezzo secolo di storia alle spalle, oggi rappresentiamo l'unica investment bank di dimensioni significative in Italia non controllata da un gruppo bancario. Un brand che si è rafforzato nel tempo ma che da sempre è sinonimo di indipendenza e affidabilità. Siamo prima di tutto una partnership di manager-imprenditori, quotata con grande soddisfazione dei nostri azionisti, in grado di offrire servizi che spaziano dall'accesso ai mercati alla consulenza in M&A, dalla ricerca, fino alla gestione di asset illiquidi».

La svolta

Fino al 2008 la banca d'affari era principalmente un intermediario che faceva ricerca e aiutava investitori a comprare e vendere azioni, non disdegnava quotazioni, operava solo marginalmente nell'M&A e non trattava affatto emissioni di bond. Vismara sceglie di puntare sull'investment banking, entrano Carlo Andrea Volpe e Marco Clerici, attuali co-responsabili della divisione. Le aree di azione sono M&A e advisory (dalle grandi operazioni di sistema e opa, all'assistenza a imprenditori con EQUITA Mid Cap Advisory, fino alla consulenza nel real estate); equity capital markets (con IPO e collocamenti); debt capital markets (per raccogliere nuova finanza come debito, con la parte sui bond che cresce a ritmo costante), quest'ultima irrobustita dall'acquisizione di Cap Advisory nel debt restructuring (oggi EQUITA Debt Advisory).

«Abbiamo ereditato competenze sul mercato dei capitali per poi investire nell'advisory e nella credibilità del brand. Oggi siamo un modello unico sul mercato, con un'anima imprenditoriale ed indipendente - spiega Carlo Andrea Volpe -. I risultati si possono vedere nelle recenti emissioni di bond da 150 a 400 milioni per conto di emittenti come Dolomiti Energia, Wiit, Tamburi, MAIRE e Carraro, ovvero la nicchia «Euronext Milan Bond» che colloca sul MOT. E poi la presenza nel recente risiko bancario, nelle grandi operazioni al fianco di realtà come Axa nello shopping di Nobis, o lo scorporo della rete Tim a Kkr.

Un'evoluzione anche sul fronte delle geografie, con un presidio capillare del territorio (oltre Milano, Torino, Padova, Reggio Emilia e Roma) e un occhio all'estero con la partnership con Clairfield che ha aperto le porte ad operazioni in oltre trenta Paesi. Oggi l'investment banking di EQUITA conta più di 65 risorse e oltre 50 mandati l'anno; pesa per il 45% sul giro d'affari, tanto quanto la divisione global markets attiva su azioni, bond, certificati, derivati, con oltre 500 clienti istituzionali. La parte di alternative asset management, che offre accesso a strumenti di private debt ed equity, un fondo infrastrutturale e gestioni patrimoniali, pesa per il 10% del fatturato, che l'anno scorso si è attestato a 79 milioni. «Se metto insieme questi fattori, sono ottimista sul futuro. L'obiettivo è consolidare il posizionamento in diverse nicchie; si pensi a ipo ed emissioni di bond, all'M&A nei settori energy, TelCo, business services, o al public M&A dove abbiamo storie di grandi soddisfazioni. Vogliamo però rafforzare il nostro posizionamento anche in altri ambiti - osserva Volpe -. Non posso poi fare a meno di notare una certa sinergia tra wealth e investment banking, vista la fiducia di famiglie e imprenditori che affianchiamo tutti i giorni».